Bonus Mamme Disoccupate 2024: sino a 2000 euro. Domanda e requisiti

Bonus Mamme Disoccupate 2024: sino a 2000 euro. Domanda e requisiti

Questo quanto riferisce il sito money.it sul bonus mamme disoccupate.

Nuovi importi per il bonus mamme disoccupate, o assegno di maternità erogato dai Comuni. Grazie alla rivalutazione al 5,4% aumenta anche la soglia Isee entro cui stare per averne diritto.
Bonus mamme disoccupate 2024, nuovi requisiti e importi dell’assegno di maternità Comuni

Il bonus mamme disoccupate è quella prestazione che viene riconosciuta a coloro che durante la gravidanza e al momento della nascita del figlio sono scoperte dall’indennità di congedo di maternità che spetta tanto alle lavoratrici – dipendenti e autonome – quanto ad alcune disoccupate.

In tali casi interviene il cosiddetto assegno di maternità erogato dai Comuni, spettante quindi alle sole mamme in stato di disoccupazione con Isee familiare che non deve superare un certo importo.

La soglia limite entro cui stare per avere diritto al bonus mamme disoccupate, o appunto assegno di maternità dei Comuni, viene rivista annualmente in quanto oggetto di rivalutazione, al pari dell’importo erogato.

A tal proposito, un aggiornamento è stato effettuato a inizio 2024, merito di una rivalutazione che dovrebbe essere del 5,4% che comporterà un netto aumento dell’importo per il bonus mamme disoccupate, come pure per la soglia Isee da non superare per averne diritto.

È dunque necessario un aggiornamento del bonus per mamme disoccupate che è importante distinguere da quello che non è erogato dal Comune bensì dall’Inps a coloro che ne soddisfano i requisiti.

Come anticipato, questo spetta per i seguenti eventi:

nascita;
affidamento preadottivo;
adozione.
Più nel dettaglio possono richiederlo le donne residenti in Italia:

cittadine italiane o comunitarie;
familiari titolari della carta di soggiorno;
titolari di permesso di soggiorno;
titolari di permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo.
È essenziale che la madre non abbia copertura previdenziale obbligatoria tale da permettere l’accesso al congedo di maternità Inps, in tutte quelle forme in cui viene riconosciuto.

Va detto, comunque, che possono accedere a tale strumento anche le lavoratrici occupate che tuttavia non hanno diritto a trattamenti economici di maternità. O ancora, spetta – ma solo in misura parziale, ossia per la quota differenziale – qualora questa benefici di trattamenti d’importo inferiore a quello dell’assegno.

È richiesto poi di soddisfare un requisito economico, con un Isee in corso di validità che quest’anno, merito di una rivalutazione di circa il 5,4%, dovrebbe salire a (riferito quindi al 2024) che non deve superare i 20.221,12 euro.

Importi
Al pari dell’indennità riconosciuta durante il congedo di maternità Inps, anche il bonus maternità Comuni spetta per una durata di 5 mensilità. L’importo, grazie all’aggiornamento e alla rivalutazione del 5,4%, dovrebbe passare dai 383,46 euro del 2023 a circa 404 euro dell’anno in corso. In totale, dunque, dovrebbe spettare un bonus di 2.020 euro.

Importante specificare che nel caso in cui questo importo dovesse risultare superiore a quanto percepito di indennità di congedo di maternità erogata dall’Inps, la lavoratrice può fare anche domanda per l’assegno di maternità ai Comuni. Tuttavia, quest’ultimo non spetterà per intero, in quanto l’importo sarà pari alla differenza tra le due prestazioni.

Va detto che l’assegno di maternità, al pari dell’assegno unico, non costituisce reddito ai fini fiscali e previdenziali. È cumulabile con altri bonus famiglia.

Domanda
La richiesta di accesso all’assegno di maternità alternativo al congedo Inps va presentata direttamente al Comune, secondo le modalità indicate dall’amministrazione di riferimento. Per la richiesta c’è tempo 6 mesi dal verificarsi dell’evento che dà luogo alla prestazione, quindi dal parto oppure dalla notifica dell’affidamento preadottivo o dell’adozione.

Anche se la domanda viene presentata al Comune, l’assegno verrà pagato direttamente dall’Inps. Il pagamento è in un’unica soluzione con cadenza mensile, non oltre i 45 giorni successivi dalla data di ricezione dei dati trasmessi ai Comuni.

Differenza con l’indennità di congedo di maternità erogata dall’Inps
Concludiamo facendo chiarezza su quando della mamma disoccupata si occupa l’Inps e non il Comune erogando una vera e propria indennità di congedo di maternità calcolata sulla base dell’ultimo stipendio percepito.

Nel dettaglio, l’Inps specifica che l’indennità di congedo di maternità erogata in favore delle lavoratrici dipendenti spetta anche per chi è disoccupata o sospesa a patto che venga soddisfatta almeno una delle seguenti condizioni:

il congedo è iniziato entro 60 giorni dall’ultimo giorno di lavoro;
si sta percependo l’indennità di disoccupazione;
il congedo è iniziato entro 180 giorni dall’ultimo giorno di lavoro e sono stati versati all’Inps 26 contributi settimanali nei 2 anni che precedono l’inizio del congedo, ma solo per le disoccupate che negli ultimi 2 anni hanno svolto lavori esclusi dal contributo per la disoccupazione.
In tali casi, quindi, è l’Inps a farsi carico dell’indennità, erogando un assegno per 5 mesi il cui valore è pari all’80% della retribuzione percepita nel corso dell’ultimo lavoro. Tuttavia, laddove da questo calcolo ne dovesse risultare un importo inferiore a quello del bonus erogato dai Comuni, si potrà richiedere anche quest’ultimo sostegno percependo però la sola differenza tra l’importo delle due prestazioni.

 

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