Sampdoria News, Ranieri: “Ripartire solo con le giuste precauzioni”

Sampdoria, parla il tecnico Ranieri

Parla il tecnico della Sampdoria Ranieri. Ecco le parole, rilasciate a Radio Uno:

“Chi più chi meno, si sono ripresi tutti. Non è stato un bel sentire i miei ragazzi. Sentirli uno dopo l’altro colpiti dal male è stato molto brutto, ringraziando Dio, man mano che passavano i giorni, li sentivo più in forze e sempre con un alto spirito. E questo è stato importante”.

Come vede questa ipotetica ripartenza?
“Non so se è possibile o se non è possibile. Io dico che i medici devono prendersi le loro responsabilità e capire se è il caso di far rinizare o meno. Si prendono tutte le precauzioni del caso, benissimo. Giochiamo tre partite a settimana, benissimo. Allora, facciamo cinque cambi a partita così cerchiamo di aiutare i ragazzi a recuperare meglio. Perchè sennò li portiamo allo stress massimo e non mi sembra il caso di portare allo stress massimo quei giocatori, e non dico soltanto i miei, che sono stati colpiti dal coronavirus”.

Le temperature calde a luglio?
“Questi sarebbero problemi nostri. Si giocherebbe sempre la sera e quindi gli allenamenti si farebbero la mattina o la sera. Io ho giocato e allenato al sud, sappiamo benissimo che lì i 30 gradi arrivano prima che al nord, o almeno una volta. I 30 gradi ci sono per tutti, non è questo il discorso. Chi sarà più stanco l’allenatore farà più cambi. L’importante è la salute. Poi giocare a 30 gradi, a 20 non sarà lo stesso. Sarà compito degli allenatori capire quando sarà il momento di tenere più palla e quando invece giocare più in velocità. Queste sono questioni più tattiche e ogni allenatore se ne prenderà le responsabilità”.

Il taglio degli stipendi?
“Io credo che l’Associazione Calciatori e l’Associazione Allenatori non dovrebbero stare fuori da questo. Dovrebbero lottare per la categoria, non dico per quelli della Serie A ma per quelli della Serie C e tutto. Allora io dico un’altra cosa: i miei giocatori si sono presi il virus lavorando. E allora? Si stanno allenando. E allora? Che facciamo? Cosa succede a chi si infortunia sul lavoro? Non è che i miei giocatori se ne sono andati in vacanza. Stanno qui, stanno lavorando. Mandiamo loro tutti i giorni il programma, li controlliamo”.

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