Sampdoria News, Ranieri: “Bisogna avere prudenza”
Sampdoria, parla il tecnico Ranieri
Parla il tecnico della formazione della Sampdoria Ranieri. Ecco le sue parole, rilasciate nel corso di un’intervista al Corriere della Sera:
Ciascuno di noi avrebbe voglia di tornare sul campo. Ma questo è il momento della prudenza. Nessuno sa come reagisce il virus sul fisico di un atleta e se dovesse succedere qualcosa di grave chi se ne assumerebbe la responsabilità ?».
Quindi sarebbe prematuro riprendere gli allenamenti il 4 maggio.
«Sulle date non ci sono certezze. La verità è che ci sono ancora troppi morti e troppi contagiati per ricominciare».
Siamo una delle industrie più a rischio proprio perché il nostro è uno sport di contatto. E non vorrei che la fretta ci portasse a commettere degli errori».
Che cosa non le torna del protocollo?
«È giusto fare tamponi, come i test sierologici. Ma in questo momento c’è gente che ne ha più bisogno di noi. Non possiamo scavalcare i cittadini, non sarebbe né giusto, né etico. Ho degli amici che sono stati ammalati e il tampone non sono riusciti a farlo perché non se ne trovano e perché non ci sono i reagenti. E sul test sierologico, da quello che mi risulta, solo il 29 aprile il governo dirà quale fare. E a noi quando arriverà ?».
Chiuderebbe qui il campionato?
«Voglio spazzare via ogni incertezza. Sono d’accordo con chi dice che la stagione va finita, così non si arrabbia nessuno. Ma nei termini e nei modi giusti. La salute viene prima di ogni altro interesse. Non bisogna ripartire perché dobbiamo, ma farlo quando siamo certi che tutto andrà bene».
Ricominciare in agosto, finire il campionato a novembre e giocare la prossima stagione nell’anno solare è una possibilità .
«È un’ipotesi. Non so se quella giusta e non so se si può fare. Di sicuro non vedo perché si debba correre adesso con tutte le problematiche e i rischi che ci sono. Dopo una sosta così lunga avremo bisogno di almeno sei settimane per verificare che tutto sia sotto controllo».
Lei ha parlato della possibilità di avere cinque sostituzioni.
«Perché non chiederlo all’Ifab come fatto eccezionale? Se si devono giocare tre partite a settimana con il caldo, dateci la possibilità di cambiare quei giocatori che non ce la fanno. A fine gara le difese immunitarie si abbassano e ci vuole tempo per ripristinare l’equilibrio fisico. Forse così ci sarebbero meno rischi». Forse.