ESCLUSIVA TM24 – Sofia Oranges: ”All’inizio non ci si aspettava un’Inter così. La Juve ha deluso. De Rossi e Thiago Motta le due rivelazioni”

ESCLUSIVA- Sofia Oranges a TM24:”All’inizio non ci si aspettava un’Inter così. La Juve ha deluso. De Rossi e Thiago Motta le due rivelazioni”

La redazione di Tuttomercato24.com ha avuto il piacere di intervistare ai propri microfoni la giornalista e conduttrice di Tvplay Sofia Oranges.

Con lei abbiamo affrontato i maggiori temi che sta attraversando il nostro campionato, dalla conquista dello scudetto da parte dell’Inter, fino a una lotta salvezza più avvincente che mai.

 

Di seguito l’intervista completa:

 

Ciao Sofia! Grazie per aver accettato il nostro invito. Iniziamo la nostra chiacchierata affrontando i temi legati al nostro campionato, ormai sul gong finale di questa stagione.

 

L’Inter ha reso matematica la la vittoria del torneo, per giunta nel derby contro il Milan. I nerazzurri non hanno mai staccato la spina in questa stagione, ma pensi che questo risultato derivi solo dai meriti della squadra o dai demeriti delle concorrenti?

“L’Inter ha stravinto da tutti i punti di vista, ha meritato la vittoria dello scudetto, ma probabilmente a inizio anno non ci si aspetta un percorso così lineare e inarrestabile, però ci aspettavamo che vincesse qualcosa di importante, perché questo è il terzo anno di Simone Inzaghi sulla panchina nerazzurra, ed era il momento di potersi consacrare nel panorama dei top allenatori altrimenti non ci sarebbe mai rientrato. Mi aspettavo di più dalle altre e soprattutto dalla Juventus, che poteva essere più fastidiosa, e non con questa distanza abissale di punti in classifica. Anche il Milan ha steccato in diverse occasioni e l’Inter è stata brava a gestire e fare un gioco di squadra meraviglioso valorizzato da Inzaghi”.


Dando un occhio di riguardo in casa Juventus, consideri un’annata positiva dopo i tanti cambiamenti? E il ciclo 2.0 di Allegri è ormai al tramonto?

“Sicuramente un momento non positivo per la Juventus, viene da una serie di sconfitte molto pesanti, anche con squadre meno forti sulla carta. Ieri ha passato il turno in coppa Italia, ma con un risultato sulla carta non positivo. Negli ultimi anni ha avuto un ridimensionamento sotto tutti i punti di vista: economico, di ambizioni e di gioco. Credo che questo sia stato un anno di transizione, con tanti stravolgimenti e anche con l’arrivo di Giuntoli che ha cambiato le carte in tavola. Probabilmente i tifosi juventini si augurano di ripartire con un nuovo ciclo dal prossimo anno, con un allenatore giovane stile Thiago Motta. Tutte le colpe però non le posso dare ad’Allegri, perché ci sono state altri problemi non facili da gestire, e lui in Italia è uno dei migliori gestori. Forse dal punto di vista del gioco si, perché non ha tante idee”.

Adesso menzioniamo la vera rivelazione del campionato, ovvero la favola del Bologna di Thiago Motta. Può davvero mantenere da qui alla fine del campionato il 4^ posto che vale la Champions?

 

“Il Bologna riuscirà ad’entrare in Champions. Una storia di calcio vero che esaudisce un sogno di una piazza molto importante e storica che torna a potersi trovare tra i grandi. Merito del lavoro di Thiago Motta, che è molto competente e della nuova generazione, perché i nuovi tecnici si aggiornano, studiano, si informano, e quindi avvolte battono allenatori con più esperienza, come Palladino e De Rossi”.

La Roma ha deciso di cambiare volto affidandosi a una bandiera come Daniele De Rossi. I giallorossi con lui in panchina hanno totalmente cambiato volto, dimostrazione del fatto che i Friedkin lo hanno da poco confermato anche per la prossima stagione. Pensi che potrà diventare negli anni un top allenatore da squadra europea?

 

“De Rossi è stata la piu grande rivelazione dopo Thiago Motta. Ha fatto una cosa grandissima qui a Roma. È riuscito a far dimenticare Mourinho e non era facile perché la gente era affezionata allo Special One dopo i successi in Conference League e la finale di Europa League che mancava da tanto tempo, dunque resta un grande allenatore. La Roma aveva bisogno di un condottiero che potesse prendere sulle spalle questo finale di stagione, ma doveva sapere cosa faceva e dove si trovava, e Daniele De Rossi sa dove si trova perché conosce a memoria questa squadra e lui lo sa bene, perché giocare alla Roma non è come farlo nelle altre squadre, e quando indossi questa maglia devi dargli un’importanza e hai una responsabilità importante, e questa piazza ha bisogno di giocatori col coltello tra i denti, inoltre ha anche portato un gioco innovativo”.

Per quanto riguarda la zona retrocessione, troviamo una lotta molto avvincente col punto interrogativo fino alla fine. Chi sono le tre squadre maggiormente destinate alla serie B?

 

“Lotta serratissima per la salvezza. Dispiace per il Frosinone perché io sono molto legata a questa piazza. Ho visto quasi tutte le partite anche dal vivo allo Stirpe. Posso dire che è una squadra che può stare benissimo in serie A, ha iniziato alla grande, ma poi Di Francesco non è riuscito a sopperire ad’alcune lacune sopratutto a livello difensivo. È una squadra che fa un calcio troppo offensivo e tende a scoprirsi. Peccato perché ha prospetti importanti in rosa. La sorpresa più grande in quelle posizioni è il Sassuolo, perché negli ultimi anni è sempre stata a metà classifica e nonostante l’arrivo di Ballardini non si è visto un miglioramento. La Salernitana invece era un po’ destinata alla serie B perché ha fatto sempre fatica a mantenere la categoria”.

In ottica Europa e Conference League, chi tra le realtá del campionato come Torino, Fiorentina o Monza può staccare il pass per queste competizioni?

 

“Sono tre realtà diverse ma che possono raggiungere gli obiettivi. La Fiorentina dovrà provare a vincere la Conference League perché è un trofeo alla loro portata e mi aspetto che possa vincere. Il Monza è un’altra rilevazione e Palladino ha consolidato e reso a suo agio questa squadra. Non era facile perché era la sua prima esperienza in panchina in serie A. Ha anche battuto squadre importanti. Juric invece è un grande allenatore, un po’ vecchio stampo. Non ha mai avuto però una squadra forte con la quale può dimostrare tutto quello che è. Si adatta alle squadre e questa è la sua grande capacità. Zapata gioca un ruolo fondamentale perché la squadra è costruita attorno a lui. È pur vero che nel Torino non c’è molta qualità e credo che Juric abbia voglia di provare altre strade con giocatori importanti. Sarà una battaglia all’ultimo sangue anche questa per la Conference League”.

 

E con questo tema concludiamo qui la nostra intervista. Grazie per la tua disponibilità offerta e ti auguriamo le migliori fortune per il proseguio della tua carriera.

L’intervista è stata realizzata a cura di Alessandro Bertolino

 

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