TM24 – Carlo Borghi, ex Catania: “Società ha peccato di inesperienza. I tifosi gli unici da salvare”

Ha indossato la maglia del Catania dal 1984 al 1989, collezionando con una breve parentesi antecedente questo periodo nella stagione 1980/81, 177 presenze e 31 gol con al petto la casacca rossazzurra. Ha vinto un campionato di Serie C1 nell’estate del 1980, ma qualche anno dopo è stato protagonista del delicato playout per evitare la retrocessione contro la Nocerina, spareggio poi vinto dagli etnei. Per chi ha il sangue rossazzurro che scorre nelle vene avrà già capito che stiamo parlando di Carlo Borghi, intervistato in esclusiva per Tuttomercato24.com. L’ex attaccante, tra le altre, di Catanzaro e Torino, ha risposto alle nostre domande relative al complicatissimo finale di stagione del Catania, impelagata in una serrata lotta salvezza per evitare una catastrofica retrocessione in Serie D passando da eventuali playout.

1) Carlo, dopo tutti i proclami fatti dalla società, ti aspettavi una stagione così disastrosa da parte del Catania? “Beh, sinceramente una stagione così deludente non poteva aspettarsela nessuno. La proprietà che gestisce il Catania dispone di grandi risorse e fin dall’inizio ha dimostrato di avere grandi idee e un progetto importante. Tutto ciò ha creato grande entusiasmo nella piazza, con i tifosi che hanno fatto registrare un campagna abbonamenti impressionante per la categoria. Onestamente, le componenti per fare un grande campionato c’erano tutte. Purtroppo la società non ha saputo approfittare del vento in poppa, commettendo molti errori. I risultati del campo ne sono un chiaro riflesso”.

2) Quindi grandi idee, grande progetto, ma ad oggi si rischia di fare ritorno in Serie D. Cosa non ha funzionato, secondo te? “Come già detto prima, sono stati commessi troppi errori da parte di tutti a partire dalla società, che si è dimostrata fin troppo inesperta per un campionato difficile come quello della Serie C. Gli allenatori scelti non sono riusciti a far svoltare la stagione, anche perché i numerosi calciatori portati a Catania non hanno reso secondo le loro qualità”.

3) Tra questi, inevitabilmente sono mancati gli attaccanti. Avendo giocato in questo ruolo, cosa è mancato, dal tuo punto di vista, nel reparto offensivo etneo? “Non saprei, ma posso dirti senza timore di smentita che ogni reparto per riuscire a rendere al meglio ha bisogno dell’aiuto degli altri reparti. Con ogni probabilità, oltre ad una stagione negativa, gli attaccanti del Catania hanno risentito delle difficoltà del centrocampo rossazzurro, che non è riuscito mai a dare il giusto apporto, mettendo pochissimi palloni giocabili a disposizione dei calciatori offensivi della squadra etnea. Non riesco a darmi altre spiegazioni, anche perché non mi pare si tratti, per la categoria, di attaccanti con poche qualità”.

4) Sarà anche così, ma a conti fatti il Catania rischia di scivolare incredibilmente nei playout, che tu hai affrontato nel 1988 con la Nocerina, con la salvezza poi acquisita dai rossazzurri. Riscontri delle similitudini con quella stagione? “Beh, con la Nocerina fu uno spareggio da dentro o fuori, domenica è diverso, nel senso che ci sono altre partite che in base al loro risultato possono incidere sulla classifica e, quindi, anche sull’epilogo del campionato per i rossazzurri, che comunque dovranno fare di tutto per vincere la propria gara. Credo che la grossa componente sarà ancora una volta il grande attaccamento al Catania da parte dei suoi tifosi, il classico dodicesimo uomo in campo, che anche domenica potranno dare una grandissima spinta a questi calciatori. Sicuramente in questa annata maledetta gli unici da salvare sono loro, i tifosi!”

5) Se il Catania riuscisse a mantenere la categoria, quali migliorie ritieni dovranno essere apportate per evitare un’altra stagione deludente come quella attuale? “La poca esperienza della dirigenza ha certamente inciso. Credo e spero che possano imparare dagli errori e da questi ripartire per cercare di rilanciare il Catania e di portarlo a lottare per traguardi diversi rispetto a quello della salvezza. Vincere qualsiasi campionato è difficile, soprattutto in una piazza come quella rossazzurra che, giustamente, pretende il massimo, ma che dà anche un sostegno che non ha eguali. Proprio per questo, il consiglio che mi sento di dare ai calciatori del Catania è quello di sudare, già a partire da domenica, una maglia che pesa, ma che allo stesso tempo può regalarti emozioni indescrivibili”. Continua a leggere

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