ULTIM’ORA MILAN, Gazidis: “Basta bugie. Squadra di talenti ma anche di giocatori d’esperienza. Voglio Maldini direttore tecnico. Sull’allenatore ci sto lavorando”

Dopo il tanto parlare di questi giorni sull’ipotesi di un Milan solamente giovane e alla ricerca di talenti da vendere, ha parlato Gazidis in esclusiva a La Gazzetta dello Sport. L’amministratore delegato del ha affrontato diversi argomenti:

Sui primi passi di Elliott alla guida della società: “Sono arrivato a dicembre e ho sfruttato tutto il tempo a disposizione per capire il club e il calcio italiano. È stata una full immersion. Se non ho parlato in questa annata così intensa è perché con umiltà era giusto prima studiare tutto. Ma ora che la stagione è finita è giusto spiegare il progetto della proprietà ed il mio punto di vista. Partendo dall’inizio, però, e ricordando che Elliott ha preso inaspettatamente il club alla fine di luglio e ha dovuto risolvere in un paio di settimane problemi enormi. Ha ereditato un club che non poteva pagare i propri debiti e sulla testa la spada di Damocle di pesanti sanzioni. Diciamolo subito, il Milan è stato salvato. Sono stati versati nel club 220 milioni di euro per rifornirlo di capitale e rispondere agli obblighi. Non farlo avrebbe significato rischio bancarotta e retrocessione. Subito dopo abbiamo preso Leonardo che ringrazierò sempre per il grande lavoro svolto in quelle settimane per risollevare il club. Gli saremo sempre grati”.

Sulla visione del fondo Elliott per il futuro del Milan: “La visione è chiara: togliere dal Milan le zavorre finanziarie e rimetterlo nella giusta direzione, rendendolo un club moderno. Il Milan muove passioni e sentimenti incredibili, quasi commoventi. Ma nel 2019 non abbiamo ancora una app. Dobbiamo modernizzare il club, farlo crescere. Il brand c’è, la storia pure, ma il calcio si è evoluto, non si può continuare a guardarsi indietro. Tre i punti sono i punti fondamentali, senza un ordine gerarchico perché vanno di pari passo e si intrecciano tra loro ogni giorno: 1) riorganizzazione economica, con la capacità di generare profitti e reinvestirli; 2) aumentare la qualità della squadra, riportandola al top del calcio italiano ed europeo; 3) trovare le giuste soluzioni per lo stadio. Che sia ‘San Siro‘ o un nuovo impianto, dovrà essere invidiato nel mondo”.

Sui prossimi passi da fare per riportare il Milan nell’élite: “Elliott non ha mai posto un termine temporale. La sua è una chiara visione. Non abbiamo una deadline, e non faccio promesse di accorciare i tempi. Sfrutteremo ogni minuto delle nostre giornate finché non avremo raggiunto lo scopo. Di tempo ne servirà, ma ci riusciremo. Questo club è speciale, ho enorme rispetto per l’amore che suscita e questo amore io non lo prendo in giro. Il Milan deve essere orgoglioso della sua straordinaria storia, ma non è nel passato che troveremo la soluzione dei problemi. Per tornare in alto il mondo Milan deve credere nel cambiamento. Chi cerca un demiurgo che schioccando le dita e aprendo i rubinetti economici risolva tutto, non lo troverà qui. Di illusioni e bugie ce ne sono state già abbastanza. Siamo al Milan per assicurargli un futuro nei vertici mondiali, con un percorso serio, realistico. Non significa non sognare, significa lavorare duramente per rendere i sogni reali. Abbiamo tante sfide davanti e la volontà di giocare stabilmente in Europa, ma nel rispetto del Financial Fair Play e dei paletti esistenti. Saltare le regole cercando un improbabile ‘all in’ come se fossimo ad un tavolo di poker non solo è rischioso, è sbagliato, perché dietro un presunto godimento del momento c’è il baratro. L’obiettivo delle prossime stagioni è crescere nel rispetto del FFP e portare al Milan giocatori di qualità, che crescano con il club mostrando il loro valore e diventando l’orgoglio dei tifosi. Non compreremo giovani talenti per rivenderli, ma perché restino e facciano la storia futura del Milan. Ma tutti dobbiamo aver chiaro dove siamo oggi e qual è il cammino da fare. Ai nostri tifosi faccio un discorso pieno di trasparenza ed onestà. La storia delle belle promesse non mantenute è finita. Ma se sono qui è perché sono estremamente ottimista e convinto che si possa fare, che il Milan tornerà presto ai vertici. Dobbiamo girare l’angolo, non sarà facile, ma troveremo la strada giusta. E potrà farlo anche il calcio italiano, se sarà capace di evolversi nelle scelte e senza più commettere quegli errori che hanno fatto sprecare l’enorme quantità di entrate degli anni Novanta, che non furono mai impiegate per crescere nelle infrastrutture e nella gestione delle società”.

Sul suo compito in rossonero: “Ai manager spetta l’analisi, la scelta, la gestione delle pressioni. Ma il calcio resta passione e sentimento, non lo dimentico mai. Senza, non c’è nulla. Ma questa passione deve poter contare su basi solide. E vogliamo ridarle al Milan. Per questo manterrò sempre la barra dritta. Per il bene del club”.

Sulla filosofia che dovrà avere il Milan: “Vogliamo una società aperta, che nella diversità delle persone che lavorano qui trovi spinta e benefici. Dai giocatori a chi lavora nel Milan, vogliamo accogliere culture, nazionalità, religioni, colori, orientamenti sessuali. La nostra è una società aperta, contraria ad ogni forma di discriminazione e razzismo. Vogliamo abbracciare il futuro, in campo e fuori”.

Sulle mosse di mercato: “Ci sarà il giusto bilanciamento tra giovani di qualità e giocatori che abbiano leadership ed esperienza. Ma la nostra strategia non è investire in giocatori top, o che lo siano già stati, ma in chi può diventarlo con la nostra maglia. Non bruceremo i nostri fondi per una sola stagione nel presente, ma vogliamo costruirci il futuro: una generazione di calciatori forti che crescano velocemente insieme al club. Gente che abbia entusiasmo e sia pronta alla sfida”.

Sulle dimissioni di Leonardo e Gennaro Gattuso: “Leo ha deciso di lasciare e di vivere nuove sfide. Avrà sempre il mio grazie per ciò che ha fatto. Nessun conflitto, ma il massimo riconoscimento per lui e per il suo grande sforzo. Non ho parole per descrivere Gattuso: un uomo straordinario che ha portato la piena responsabilità della stagione sulle sue spalle. Forse anche troppo. Ha fatto un’analisi ed una scelta di grande onestà: non ce la faceva a portare ancora questo peso. Ma Rino rimarrà un amico del club per sempre. Non lo conoscevo prima, ho un enorme rispetto per lui”.

Su Luis Campos e Paolo Maldini: “Io non ho mai pensato a Campos. È un dirigente del Lille, dove sta facendo bene, e non verrà al Milan. Quello che la stampa voleva far fare a Campos, e lo dico con il sorriso e senza polemica, lo voglio far fare a Paolo Maldini. Vorrei davvero che Paolo restasse con noi e mi aiutasse in questa grande sfida, con un ruolo sempre più centrale ed importante. Lo ammiro immensamente. Lui rappresenta i valori e la cultura del club. Non in modo etereo, ma reale. Vedi Maldini e vedi il Milan. Lui è l’ideale per gestire l’area tecnica. Avrebbe intorno uno staff all’altezza. Non un ruolo di facciata, ma assolutamente centrale nelle scelte tecniche. Non gli chiedo di fare tutto da solo. Si lavora in gruppo, sarà supportato ed aiutato, può darci tantissimo. È stata una stagione logorante per tutti ed anche Paolo ha chiesto tempo per riflettere e capire se ha l’energia giusta per ripartire con questo progetto difficile, arduo, che richiede il massimo impegno e va sposato totalmente. Deve sentirsela al 100%. Questa è la condizione per chiunque voglia venire al Milan. Ma nel caso di Maldini, lui non deve venire al Milan. Lui è il Milan”.

Sulla scelta del nuovo allenatore: “Non vorrei pensare ad altri profili diversi rispetto a Maldini. Aspetto la decisione di Paolo, poi prenderemo tecnico e giocatori. Il nuovo allenatore sarà scelto con cura: non importa l’età o la nazionalità, importa che sia adatto a ciò che vogliamo fare e costruire. Nelle mie esperienze di calcio negli Stati Uniti ed in Inghilterra non mi sono mai vantato di giudicare tecnicamente un calciatore ma so studiare i profili di chi è adatto a ricoprire un ruolo in una struttura. La scelta del tecnico, con l’aiuto spero di Maldini, sarà fatta con calma, studiando ogni particolare: storia, personalità, profilo, risultati, statistiche. Non vogliamo sbagliare nulla: abbiamo una lunga e stimolante partita da giocare, sono sicuro che la vinceremo”.

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