TM24 – ULTIM’ORA Messina, Costa replica al tecnico Banchieri: “La verità è un’altra”

In esclusiva per Tuttomercato24.com le dichiarazioni di Angelo Costa ex direttore del Messina.

“Ci sono dichiarazioni che raccontano più di mille partite. Quelle pronunciate dall’attuale allenatore del Messina non lasciano spazio a interpretazioni: un attacco frontale, gratuito e profondamente irrispettoso verso chi ha lavorato per questa società prima di lui, da premettere una cosa fondamentale: l’attuale allenatore del Messina è arrivato da appena tre mesi. Tre mesi scarsi per capire cosa significhi davvero Messina città, Messina sportiva, la storia, le difficoltà, le lotte, la passione. Tre mesi non bastano nemmeno per orientarsi in uno spogliatoio, figuriamoci per giudicare chi per anni ha messo sudore, competenza e cuore in questa maglia. Dimentica – o forse ignora – che qui c’è gente che ha lasciato soldi, salute e ha fatto sacrifici veri per tenere in piedi un progetto, spesso tra mille difficoltà.Una caduta di stile clamorosa, figlia di un ego che evidentemente viaggia molto più veloce della realtà dei fatti. «Dal primo giorno che siamo qui abbiamo cercato di mantenere professionalità, serietà e rispetto per questo club, che credo sia mancato negli anni precedenti, da parte di tutti quelli che lavoravano qui, nessuno escluso.» Una frase delirante, che generalizza e calunnia in un colpo solo dirigenti, tecnici, preparatori, medici, magazzinieri e chiunque abbia dato un contributo negli anni scorsi. Ma soprattutto, una frase che svela una mentalità povera, presuntuosa e pericolosamente scollegata dalla realtà del campo. Perché la verità è un’altra. Per ottenere qualche punto, l’attuale tecnico ha dovuto riscoprire e affidarsi proprio a quel gruppo costruito all’inizio della stagione, da quella gestione oggi vilipesa con sufficienza. Il campo ha smentito le parole, come spesso accade quando si parla troppo e si dimostra poco. E allora viene da chiedersi: che tipo di “garante” è un allenatore che, invece di costruire, distrugge? Che tipo di esempio può dare un uomo che tenta di guadagnarsi credibilità calpestando il lavoro altrui, dimenticando che mentre lui compilava tabelle alla Vodafone, altri calcavano i campi da professionisti veri? Il rispetto non si pretende, si conquista. E chi indossa i panni del garante dovrebbe saperlo bene. Ma evidentemente, in questa società, si è deciso che la presunzione è più utile della competenza, e la divisione più redditizia dell’unità. Il calcio, però, ha una memoria feroce. E chi oggi pontifica, domani sarà giudicato. Dai risultati, dal comportamento, dalla dignità con cui saprà – o meno – accettare le critiche.
Per ora, ci limitiamo a registrare una dichiarazione che offende un’intera categoria di professionisti, e che resterà come emblema di un modo sbagliato, arrogante e divisivo di intendere il ruolo dell’allenatore”. Continua a leggere

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