Pillon: “Amo il calcio, ma prima salute e famiglia”

Giuseppe Pillon, ex tecnico del Cosenza, si racconta in un’intervista ad Ansa sulle ragioni che lo hanno spinto a lasciare la panchina del club calabrese, prima ancora che venisse proclamato lo stop per il calcio italiano, a seguito dell’emergenza Coronavirus.

Così, Pillon, racconta il momento: “Amo il calcio, è il mio lavoro e la mia passione, ma la famiglia e la salute, mia e dei miei cari, vengono prima di tutto. Rifarei mille volte la stessa scelta, anche se in Veneto la situazione non è affatto facile, e sono tre settimane che non esco da casa”. Continua: “Abbiamo giocato noi l’ultima partita, contro il Chievo, e due dei miei non sono venuti perché avevano paura visto che con l’aereo siamo atterrati a Bergamo“.

 

Il Cosenza e la famiglia: troppa distanza

Giuseppe Pillon svela tutte le sue preoccupazioni nate dalla difficoltà nel gestire il lavoro in Calabria e la famiglia in Veneto, in una situazione così drammatica per tutto il Paese: “Ho deciso di rimanere a casa, a Treviso, perché anche noi del calcio, come tutti, ci preoccupiamo e avvertiamo certe responsabilità. In Calabria, dopo essere stato a casa, avrei dovuto fare la quarantena e poi gestire una situazione lontano mille chilometri dai miei. Ci ho pensato e ho capito che non era il caso. I soldi? In un momento così non sono importanti, prima viene sempre la famiglia”.

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