Pensioni – Ecco come cambiano dal 2022 dopo la quota 100

Pensioni – Ecco come cambiano dal 2022 dopo la quota 100

“Quota 100 è un progetto triennale di riforma che veniva a supplire a un disagio sociale. Non è all’ordine del giorno il rinnovo”, ha dichiarato il premier Giuseppe Conte. La possibilità di andare in pensione con 62 anni d’età e 38 di contributi cesserà dunque il 31 dicembre 2021, come previsto dalla misura varata dal governo gialloverde. Come riporta il Corriere della Sera, sono però allo studio nuovi meccanismi di pensionamento anticipato rispetto ai 67 anni di età necessari per accedere alla pensione di vecchiaia. Ecco quali sono le ipotesi di nuove forme di pensionamento flessibile.

Tra le ipotesi in campo per il 2022, la previsione di una soglia di accesso alla pensione a 63-64 anni con 38-39 anni di contributi, con l’introduzione di penalizzazioni legate al calcolo contributivo. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha annunciato un negoziato con i sindacati, nel quale verranno discusse intanto le misure che entreranno nella manovra per il 2021. “Allo studio – ha dichiarato la ministra – ci sono delle misure di staffetta generazionale o di contratto di solidarietà espansiva, che aiutano i giovani all’inserimento lavorativo e accompagnano in uscita il lavoratore anziano”.

Dovrebbero essere previste le proroghe di Ape e Opzione Donna. Le sigle sindacali vogliono una proroga dell’Ape sociale 2021, anche estendendo i beneficiari alle attività cosiddette gravose o usuranti e ai lavori più esposti al rischio del contagio da coronavirus. Tra le altre richieste, l’estensione della possibilità di accesso alla pensione precoce per tutti i lavoratori per i quali si ipotizza l’estensione dell’Ape Sociale. La proroga potrebbe essere accompagnata da un allentamento dei requisiti d’accesso, in particolare a favore dei lavoratori discontinui che spesso si vedono respinta la domanda perché non hanno raggiunto il minimo per la Naspi, indennità di disoccupazione.

Si discute anche della proroga di Opzione donna, già prorogata dalla Legge di Bilancio 2020. La formula permette alle lavoratrici dei settori sia pubblico che privato di richiedere la pensione anticipata, attraverso un assegno calcolato esclusivamente sulla base dell’età contributiva. Con questo meccanismo, le lavoratrici possono andare in pensione anticipatamente se hanno raggiunto 35 anni di contributi entro una certa data. Nel caso la proroga andasse in porto, le lavoratrici nate entro il 31 dicembre 1962 e le lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1961, con almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2020, potranno accedere alla pensione anticipata.

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