Manovra Fiscale – Pronta una riforma da 40 miliardi, ecco cosa prevede

Manovra Fiscale – Pronta una riforma da 40 miliardi, ecco cosa prevede

Una manovra da 40 miliardi, da un lato i circa 21-22 miliardi di extradeficit programmato, dall’altro le risorse europee che arriveranno quando sarà operativo il Next generation Eu. In attesa di approvare, domenica, il nuovo quadro macroeconomico nella Nadef, l’esecutivo comincia a studiare le misure da mettere in campo compreso un nuovo “modulo” di riduzione del carico fiscale con l’introduzione dell’assegno unico per i figli per cui dovrebbero essere stanziati 6 miliardi, in attesa della più compiuta riforma complessiva dell’Irpef. Ma sul fisco le posizioni della maggioranza restano distanti e l’ipotesi di modello tedesco, che piace a Leu e al Pd, trova perplessità nel M5s e totale opposizione in Italia Viva.

Il Next generation Eu sta subendo, però, rallentamenti nella trattativa tra gli Stati. “I soldi che l’Italia dovrebbe ricevere dall’Europa non arriveranno prima della metà del 2021. Il governo dovrà quindi partire indebitandosi sui mercati e poi nel corso dell’anno sostituire l’emissione di titoli con i prestiti Ue che hanno tassi inferiori, un po’ come è successo con i 27 miliardi ricevuti dal programma europeo Sure contro la disoccupazione”.

Per il prossimo anno, ha spiegato il ministro Roberto Gualtieri, il mix di indebitamento e fondi Ue consentirà una “espansione fiscale” di 40 miliardi, che serviranno per rafforzare il rimbalzo del Pil dal +5,1% al +6%. E che andranno orientati alla ripresa, in linea con il Recovery Plan italiano di cui saranno presentate le prime indicazioni più puntuali a Bruxelles il 15 ottobre, insieme alla bozza della manovra.

La manovra conterrà un nuovo step sul fisco che passerà da un lato per l’introduzione dell’assegno unico – la delega è pronta, manca l’ultimo ok del Senato – per cui dovrebbero essere stanziati 6 miliardi che si aggiungeranno ai circa 15 miliardi del riordino degli attuali aiuti alla famiglia, dalle detrazioni per i figli a carico ai vari bonus. Dovrebbero arrivare anche i circa 2 miliardi necessari a stabilizzare il taglio del cuneo fiscale fino a 40mila euro di reddito scattato da luglio: i 100 euro in busta paga, infatti, sono già strutturali per i redditi fino a 28mila euro, mentre tra questa soglia e i 40mila euro è stata introdotta una detrazione per 6 mesi (fino a dicembre) che si riduce fino ad azzerarsi via via che aumenta il reddito, in attesa della più complessiva revisione dell’Irpef.

Per rilanciare il mercato del lavoro, l’esecutivo starebbe valutando anche un pacchetto di nuovi sgravi contributivi sulle assunzioni a tempo indeterminato, che potrebbe arrivare al 100% per i contratti stabili per gli under 35, e ridursi al 50% per gli altri. A questo si affiancherà anche il finanziamento per circa 5 miliardi, grazie ai fondi europei, dello sconto del 30% per tutti gli assunti nel Mezzogiorno, introdotto con il decreto agosto.

Non sarà la legge di Bilancio a introdurre la riforma fiscale: già le linee guida del Recovery presentate in Parlamento – che esprimerà il primo voto di indirizzo sulle priorità per l’uso dei fondi europei alla Camera il 6 ottobre – si indicava un percorso a tappe, con una delega fiscale da approvare entro l’anno e i decreti attuativi da chiudere nel 2021. I vertici di Pd e M5S hanno rilanciato l’apertura di un tavolo per scrivere la nuova Irpef ma le indiscrezioni di stampa sull’opzione per il modello alla tedesca dell’aliquota continua – che si calcola con un algoritmo in base a ciascun reddito – hanno fatto infuriare i renziani: “Italia Viva ha detto in tutti i modi che non è d’accordo sul sistema tedesco. Vorrebbe fare questa discussione nelle riunioni” e non “sui giornali”, ha detto secco il responsabile economico Luigi Marattin. Ma “per ora niente è deciso, né sui tempi né sui contenuti”, chiarisce un esponente di governo, rimandando a un tavolo politico che al momento non è stato nemmeno convocato.

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