Oltre al bonus figli nella manovra sono previsti anche l’aumento dei fondi destinati al reddito di cittadinanza, una nuova tassa del 25% sul prezzo del tabacco riscaldato, la proroga della Cig in deroga fino a giugno. Come anche il prolungamento del bonus bici fino al 2026, il blocco dei licenziamenti fino al 31 marzo 2021, il potenziamento del fondo Covid destinato alle aziende colpite dalla crisi economica innescata dall’emergenza coronavirus in corso, e altro ancora.

L’assegno unico per i figli spetterebbe a tutti i lavoratori, sia autonomi che dipendenti ma anche disoccupati e incapienti. E partirebbe dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni dei figli.

Ma non si esclude che possa arrivare fino ai 25 anni dei figli, almeno per le famiglie a basso reddito e con figli che frequentino l’università. Il sussidio sarebbe erogato ai cittadini italiani ma anche a quelli extracomunitari con figli, che hanno il permesso di soggiorno e risiedono in Italia da almeno due anni, anche se non continuativi.

Il suo importo dovrebbe variare in base all’Isee fino ad arrivare a 200-250 euro a figlio e potrebbe essere anche raddoppiato in caso di figli disabili. Dal diciottesimo anno d’età fino al ventunesimo, l’assegno percepito direttamente dal figlio ormai maggiorenne potrebbe poi diminuire.

La misura assorbirebbe tutti gli altri sussidi a sostegno della natalità e, secondo le previsioni, partirà dal 1° luglio 2021. Ma dovrebbe restare in vigore anche il bonus bebè, l’assegno mensile introdotto nel 2014 del quale beneficiano i genitori sino al compimento del primo anno del proprio figlio, il cui importo varia in relazione all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. La probabile scelta Politica di mantenere anche il bonus bebè sarebbe dettata dal fatto che, altrimenti, i nati nei primi sei mesi del prossimo anno resterebbero senza né l’uno né l’altro, dato che l’assegno unico partirebbe a inizio luglio. Potrebbe esserci dunque un doppio assegno nel 2021, in quanto da luglio al bonus bebè, le famiglie avrebbero la possibilità di sommare l’assegno unico per i figli già dal settimo mese di gravidanza.

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