INPS – Cassa Integrazione è in ritardo? Ecco spiegato perché

Inps, ritardi per la Cassa Integrazione

Sui ritardi e sulle difficoltà dell’Inps nell’erogazione i pagamenti, a partire dalla Cig ordinaria e in deroga, il presidente Pasquale Tridico ha provato a dare una spiegazione in questi giorni. Il numero uno dell’ente previdenziale ha cercato di fare chiarezza facendo il punto della situazione, accettando critiche, ammettendo gli errori, ma dichiarando anche che è stato e si continuerà a dare il massimo per garantire i soldi promessi dal governo nei vari decreti approvati nel corso del periodo di emergenza coronavirus.

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L’Inps spiega i ritardi

La maggior parte delle critiche ultimi tempi, si sono concentrate proprio sui ritardi nell’erogazione della Cig, sia quella ordinaria, sia quella in deroga. Secondo Tridico, si tratta di due istituti da riformare, a causa di un meccanismo eccessivamente lento. I lavoratori pensano di ottenere la cassa una volta messi a riposo, ha spiegato il presidente dell’Inps, ma in realtà bisogna aspettare si porti a compimento un processo che si compone di quattro passaggi fondamentali.

Domanda dell’azienda, accettazione da parte dell’Inps, compilazione e verifica di un modulo standard, infine, pagamento. Quattro passaggi, di norma, che hanno bisogno solitamente tra i due e i tre mesi come tempistiche prima di esaurirsi.

Il braccio di ferro Inps-Regioni

Dall’inizio della crisi, racconta Tridico, degli 8,1 milioni di richieste ricevute di Cig ordinarie, procedendo per numeri assoluti, 5,6 sono stati pagati in anticipo attraverso il conguaglio aziendale, o direttamente dall’Inps. Nel complesso, l’Inps ha ricevuto il 44% dei moduli, di cui sono stati pagati i tre quarti del totale.

Diversa la situazione sulla Cig in deroga. Le complicazioni sono ancora più grandi, dato che il processo deve passare anche attraverso le regioni ed è uno degli argomenti più caldi del momento. In particolare è scontro con la Regione Lombardia, dove si registrano ritardi drammatici, inferiori solo alla Sardegna, unica regione, sostanzalmente, dove i pagamenti non sono ancora stati avviati.

Meno ritardi senza il passaggio dalle Regioni

Pasquale Tridico ha spiegato come la riforma del Titolo Quinto abbia attribuito alle regioni una maggiore capacità di gestione degli strumenti che sarebbe stato meglio lasciare a livello centrale.

Il presidente dell’Inps ha fornito un numero significativo: 246mila richieste pervenute all’ente previdenziale sin qui pervenute da parte di altrettante aziende per la Cig in deroga. Autorizzate, attorno ai 120mila (siamo attorno al 56%).

Trattandosi di piccole e medie imprese, questo numero va moltiplicato per una media di tre dipendenti. A questo proposito Tridico ha aggiunto: “Purtroppo, in certe regioni, richieste del genere sono gestite da uffici composti da un massimo di tre persone”. E così, risolvere ogni pratica in velocità e scioltezza diventa complicato.

Ritardi Cig: alla fine è o non è colpa dell’Inps?

Alla domanda forse più importante. cioè se l’Inps va considerata o meno come la principale responsabile per questi ritardi relativi alla Cig, Il presidente ha invitato alla cautela:

“Non dico che l’ente previdenziale sia esente da colpe, ha risposto. Errori ne abbiamo fatti e continueremo a farli”. Tuttavia Tridico ha voluto spezzare una lancia a favore dell’istituto, perché nessuno si è risparmiato a fronte di un enorme mole di lavoro che si è trovato a gestire: sedici prestazioni più undici miliardi di nuove spese in poco più di un mese.

Senza dimenticare che, ha aggiunto il presidente dell’Inps: “Ciascun atto di un mio dirigente passa dalla lente della Corte dei Conti.

Cosa fa chi non ha ancora ricevuto la cig in deroga?

Il suggerimento del presidente Tridico, come prima azione, ed è un consiglio estendibile a chiunque si trovi in una simile situazione, è stato quello di andare in banca o in posta, in considerazione del fatto che il governo ha stipulato con banche e poste l’anticipazione sociale prevista dall’accordo preso proprio con l’esecutivo. Un’anticipazione, se possibile, che sarà poi rimborsata dall’ines successivamente”.

Lavoratori stagionali

Tra gli argomenti trattati da Tridico vi è la situazione inerente ai lavoratori stagionali:  “Quando parliamo di lavoratori stagionali ci sono i codici Ateco che ci permettono di identificarli. Noi ne abbiamo identificati 400mila, e non parlo dei lavoratori agricoli, in tutto 500mila circa: loro i bonus li hanno ricevuti. Tant’è che abbiamo  segnalato pochi problemi da questo punto di vista. Chi lavora per una stagione pensa magari di essere stagionale automaticamente, solo che poi si ritrova respinta la propria richiesta. Ma noi dobbiamo verificare i codici. Il turismo e i termali, ad esempio, sono per noi i lavoratori stagionali. Chi non fa parte di questa categoria, o in generale chi è rimasto fuori, potrà usufruire del reddito di ultima istanza”.

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