CHAMPIONS ATALANTA/ La Dea cade all’Etihad contro il Manchester City, in una gara che ha palesato l’enorme superiorità tecnica dei padroni di casa, ma dove l’Atalanta per la prima volta in questa competizione è riuscita ad esprimere la sua vera filosofia di calcio.

CHAMPIONS ATALANTA: RAGGIO DI LUCE MALINOVSKYI, POI SOLO STELLE INGLESI

La luce nerazzurra proviene tutta dall’est. La dea in formato italiano, obtorto collo deve lasciare il possesso ai padroni di casa, ma l’insolito modo di giocare in contropiede si rivela l’unica possibile soluzione per mettere in difficoltà gli inglesi, tanto forti e impoendibili davanti, quanto incerti e lenti in fase difensiva.

Si vede subito che non è la partita del Papu, ma per fortuna quando manca uno, c’è sempre l’altro a dare sostanza. Josip Ilicic dà subito segni di poter incidere sul match, ma i controlli sbagliati contro il City si pagano a caro prezzo. Quando li azzecca però è devastante e non a caso arriva poi il rigore al 26′, grazie ad una giocata delle sue che per 6 minuti manda in estasi tutto il mondo orobico. Sul dishetto però va Ruslan Malinosvkyi che non sbaglia.

L’ucraino però fa di più: corre, rientra, raddoppia e all’occorrenza riparte con coraggio, senza mai scomporsi davanti alle accelerazioni e all’esperienza dei fenomeni Aguero e  Sterling, imprendibili e forse ancora troppo forti per questa Atalanta.

Coraggio: questa è la chiave e il monito che ci lascia questo match. Paradossalmente, la Dea si comporta da tale in un match dal livello stellare, e lo fa senza snaturarsi, nonostante il gioco non fosse quello solito a tutto campo espresso in Italia. Non è un caso quindi se il City per forza di cose è stato costretto a dilagare, perché la spensieratezza dei nerazzurri soprattutto a risulatto già consolidato ha creato non pochi problemi alla retroguardia dei Citizens.

Ripartire da qui, da questa spensieratezza e gioia nel giocarsi tutti i match a viso aperto, perché se ieri sera la luce nerazzurra è stata coperta da quella più luminosa del City, nei match di ritorno dovrà tornarea brillare per un cammino europeo che ancora non è concluso.

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